A proposito della corretta e trasparente
comunicazione da parte dei rappresentanti sindacali e politici nei confronti di
lavoratori e cittadini, ecco un’altra prova che dimostra che nessuno (in questo
caso, in primis i sindacati) può dire di non sapere.
Si tratta di un servizio di “Bergamo TV”
del 16 gennaio scorso. Il servizio dà notizia di un’affollata assemblea
sindacale dei lavoratori Italcementi di Bergamo, ai quali è stata comunicata,
da parte di azienda e sindacati, l’adozione della CIGS per i lavoratori del
gruppo.
La cosa interessante, ai fini della
trasparenza e della corretta attribuzione delle responsabilità in questa
vicenda che unisce al dramma della perdita del lavoro anche l’ignavia – se non
proprio l’occultamento di informazioni vitali - da parte dei rappresentanti
politici e sindacali, è il fatto che il filmato del TG della televisione
bergamasca è stato caricato su YouTube dalla CISL (!) di Bergamo sul proprio
canale video! Come dire: oltre al danno anche la beffa. Che ha tutto il sapore
della presa in giro…
A questo punto, la domanda sorge
spontanea: ma è ancora possibile credere seriamente che i sindacati vibonesi
cadano dal pero? E’ ancora possibile
dare la propria fiducia – affidando loro il proprio destino di lavoratori e di
cittadini – a personaggi del genere, professionisti dell’ignavia e del
pressappochismo?
Come abbiamo avuto modo di scrivere su
questo blog, a fine gennaio le stesse associazioni sindacali pubblicavano, nella
propria rassegna stampa, il raggiungimento dell’accordo con l’Italcementi
ed il Ministero del Lavoro per la CIGS a 400 dipendenti del gruppo bergamasco
(vedi qui); mentre il 7 maggio scorso, il Ministero pubblicava il decreto (n.65650) di
concessione della CIGS per un anno (dal 1/2/2012 al 31/1/2013 ) ai lavoratori
Italcementi anche di Vibo Marina (vedi qui).
Da questo e altro ( l’utilizzo
strumentale del dramma di una Comunità intera per esclusivi fini
propagandistici ed elettorali ), si può intuire come l’incontro di ieri, 20
giugno 2012, presso il Ministero dello Sviluppo economico non potesse sortire
nulla se non la “certificazione” dello stato delle cose.
E l’approvazione dell’ O.d.g. n. 26
d.d. 15/06/2012 (qui, il documento integrale) deliberato dal Consiglio
Comunale di Vibo Valentia - e condiviso da Provincia di Vibo Valentia e Regione
Calabria -, meglio noto come “calata di brache”, non poteva che rivelare tutta
la sua portata demagogica e propagandistica ricevendo dai dirigenti del
Ministero una risposta di rinvio, dal sapore di un cortese “sì, sì…mo’ vediamo…”
tendente esclusivamente a far terminare le proteste dei lavoratori che
picchettano i cancelli della cementeria di Vibo.
Perché la “calata di brache” è demagogica e
propagandistica? Perché è semplicemente inattuabile, in questo stato di cose e
nei tempi utili per scongiurare la chiusura dell’impianto Italcementi di Vibo.
Ed è inattuabile, soprattutto perché il Comune di Vibo Valentia, la Provincia di
Vibo Valentia e la Regione Calabria non sono in grado di garantire quanto
sancito dalla Costituzione italiana, in tema di tutela del paesaggio (art.9) e
tutela della salute (art.32) "come fondamentale diritto dell'individuo e nell'interesse della collettività".
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