giovedì 21 giugno 2012

Italcementi Vibo. Ancora una prova...dell'ignavia.


A proposito della corretta e trasparente comunicazione da parte dei rappresentanti sindacali e politici nei confronti di lavoratori e cittadini, ecco un’altra prova che dimostra che nessuno (in questo caso, in primis i sindacati) può dire di non sapere.
Si tratta di un servizio di “Bergamo TV” del 16 gennaio scorso. Il servizio dà notizia di un’affollata assemblea sindacale dei lavoratori Italcementi di Bergamo, ai quali è stata comunicata, da parte di azienda e sindacati, l’adozione della CIGS per i lavoratori del gruppo.
La cosa interessante, ai fini della trasparenza e della corretta attribuzione delle responsabilità in questa vicenda che unisce al dramma della perdita del lavoro anche l’ignavia – se non proprio l’occultamento di informazioni vitali - da parte dei rappresentanti politici e sindacali, è il fatto che il filmato del TG della televisione bergamasca è stato caricato su YouTube dalla CISL (!) di Bergamo sul proprio canale video! Come dire: oltre al danno anche la beffa. Che ha tutto il sapore della presa in giro…




A questo punto, la domanda sorge spontanea: ma è ancora possibile credere seriamente che i sindacati vibonesi cadano dal pero?  E’ ancora possibile dare la propria fiducia – affidando loro il proprio destino di lavoratori e di cittadini – a personaggi del genere, professionisti dell’ignavia e del pressappochismo?

Come abbiamo avuto modo di scrivere su questo blog, a fine gennaio le stesse associazioni sindacali pubblicavano, nella propria rassegna stampa, il raggiungimento dell’accordo con l’Italcementi ed il Ministero del Lavoro per la CIGS a 400 dipendenti del gruppo bergamasco (vedi qui); mentre il 7 maggio scorso, il Ministero pubblicava il decreto  (n.65650) di concessione della CIGS per un anno (dal 1/2/2012 al 31/1/2013 ) ai lavoratori Italcementi anche di Vibo Marina (vedi qui).

Da questo e altro ( l’utilizzo strumentale del dramma di una Comunità intera per esclusivi fini propagandistici ed elettorali ), si può intuire come l’incontro di ieri, 20 giugno 2012, presso il Ministero dello Sviluppo economico non potesse sortire nulla se non la “certificazione” dello stato delle cose.

E l’approvazione dell’ O.d.g. n. 26 d.d. 15/06/2012 (qui, il documento integrale) deliberato dal Consiglio Comunale di Vibo Valentia - e condiviso da Provincia di Vibo Valentia e Regione Calabria -, meglio noto come “calata di brache”, non poteva che rivelare tutta la sua portata demagogica e propagandistica ricevendo dai dirigenti del Ministero una risposta di rinvio, dal sapore di un cortese “sì, sì…mo’ vediamo…” tendente esclusivamente a far terminare le proteste dei lavoratori che picchettano i cancelli della cementeria di Vibo.

Perché la “calata di brache” è demagogica e propagandistica? Perché è semplicemente inattuabile, in questo stato di cose e nei tempi utili per scongiurare la chiusura dell’impianto Italcementi di Vibo. Ed è inattuabile, soprattutto perché il Comune di Vibo Valentia, la Provincia di Vibo Valentia e la Regione Calabria non sono in grado di garantire quanto sancito dalla Costituzione italiana, in tema di tutela del paesaggio (art.9) e tutela della salute (art.32) "come fondamentale diritto dell'individuo e nell'interesse della collettività".  

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