martedì 12 giugno 2012

Italcementi di Vibo e i suoi caduti (dal pero)


Sulla vicenda dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina non voglio vedere più nero di quello che è già. Voglio, piuttosto, cogliere l’occasione di dare un piccolo e modesto contributo di chiarezza, in una mare di ignavia e disinformazione.
Leggo di politici vibonesi e calabresi - dal comune al Parlamento - che cadono dal pero. Dal sindaco D’Agostino al governatore Scopelliti, da De Nisi a Bevilacqua. Leggo anche che “la messa in mobilità dei lavoratori non è stata preceduta, come spesso accade in questi casi, dalla richiesta di cassa integrazione e dalla dichiarazione dello stato di crisi” (Strilli.it).
Ebbene, cari compaesani e cari corregionali, forse questa è l’occasione (ancora una volta) di combattere le proprie battaglie informandosi e, soprattutto, scegliere bene i propri compagni di viaggio e di lotta. Sia presenti sia futuri.
La CIGS è stata accordata dal Ministero del Lavoro con decreto del 07/05/2012 n.65650 (approvazione del programma di C.I.G.S. dal 01/02/2012 al 31/01/2013) all’Italcementi.


A questo punto, la domanda sorge spontanea: gli attenti politici calabresi - a tutti i livelli e di tutti i partiti -, che oggi fanno gli indignati e cadendo dal pero esprimono solidarietà ai lavoratori e alla popolazione, non sapevano per ignavia o per manifesta incapacità?
E le organizzazioni sindacali, dov’erano, se non al tavolo di crisi?
E il Governatore Scopelliti, che annuncia urbi et orbi che “chiederà immediatamente un tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo economico”, possibile non sapesse nulla?
Ma che classe politica è quella che non sa cosa accade nei territori che amministra?!?
E poi, cosa c’entra il Ministero per lo sviluppo economico, in questa vicenda? Il tavolo di crisi, caro Governatore (e cari carissimi tutti onesti e competenti rappresentanti politici) è stato aperto e già chiuso, presso il Ministero del Lavoro. In quali faccende eravate affaccendati?
La chiusura dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina è certamente un dramma per tutta la Comunità e una botta all’economia di tutta la Calabria. Ma ancora più dannosi sono certi rappresentanti politici e/o sindacali, che non si accorgono – per ignavia o incapacità - di ciò che succede (o è già accaduto, come in questo caso) nel territorio che amministrato e/o rappresentano. Territorio che ogni giorno degrada sempre di più verso infinite emergenze mai risolte. E muore. 

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