venerdì 22 ottobre 2010

7000...caffè!

Leggo con interesse – sul sito della Regione Calabria (http://www.regione.calabria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=5167&Itemid=136) – quanto segue:

La Regione assegnerà centocinquanta milioni alle imprese per creare settemila posti di lavoro"

Area d'interesse: Presidenza
Data pubblicazione: 21-10-2010
Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro Francescantonio Stillitani hanno presentato oggi, nel corso di una conferenza stampa, la pubblicazione di due bandi per rilanciare l’occupazione giovanile. Il tutto è appunto finalizzato a promuovere azioni che mirano a garantire migliori opportunità di inserimento e reinserimento lavorativo a beneficio di lavoratori anche svantaggiati coinvolgendo, direttamente, il sistema delle imprese attraverso borse lavoro, incentivi all’occupazione e formazione continua per la riqualificazione del capitale umano.
“Abbiamo messo in campo - ha dichiarato il Governatore Scopelliti - due dei cinque bandi che avevamo precedentemente annunciato con l’obiettivo di rilanciare il tema dell’occupazione giovanile. Le nostre imprese potranno così investire sui fondi comunitari. “Gli interventi proposti - aggiunge l’assessore Stillitani - consistono nell’assegnazione di una borsa lavoro, presso le imprese, finanziata dalla Regione, pari a 900 euro mensili per nove mesi. Inoltre, vi possono accedere le società, le imprese private individuali e collettive, i professionisti ed ogni soggetto che eserciti un’attività economica, tutti i datori di lavoro, fondazioni, associazioni di volontariato, società sportive ed associazioni iscritte al Coni. Tutte le attività dovranno comunque essere svolte nel territorio regionale”. n.l.
Non mi sembra vero. 150 milioni di  euro sono una montagna di soldi. E, in un periodo di crisi economica come quello attuale, assumono un valore ancora maggiore. Mi verrebbe voglia di scendere in strada e festeggiare. Vabbe’ è un nuovo ennesimo provvedimento di “emergenza”, con fondi europei – quindi non con denaro ricavato da una gestione virtuosa della filiera pubblica autoctona -, ha il retrogusto agrodolce del provvedimento “una tantum”, però... Però da queste parti si dice: “Piuttosto che niente è meglio piuttosto...”. E quindi, ok, non servirà a risolvere il problema strutturale (bensì, solo a spostarlo più avanti), però “piuttosto che niente”... 7000 posti di lavoro, a 900 euro al mese, per 9 mesi... 150 milioni di euro... A pioggia... Anche alle associazioni di volontariato (???)...  Piuttosto che niente... 

Ma... Aspetta... Sento i neuroni che stridono... Il mio cervello mi costringe a fare alcune riflessioni... Uffa! Non è questo il momento!... Bisogna brindare, festeggiare!... Non ragionare!... Ma quale propaganda!... Ma dai!... Vabbe’, allora facciamoli questi quattro conti... Ma solo per farti contento... Dunque: somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione... Aspetta, aspetta...
7000 posti di lavoro x 900 euro al mese x 9 mesi = 56.700.000 euro.
Ma come!??... Ricalcolo... E’ così: il risultato fa 56,7 milioni di euro, non 150 milioni! E gli altri 93.300.000 (novantatremilionitrecentomila) euro??? Che fine fanno? Che fine hanno fatto? Possibile che per elargire alle imprese 56,7 milioni di euro si spendano 93,3 milioni per costi di gestione? Mi sembra incredibile! Ma i numeri dicono questo. I numeri non mentono. E la matematica non è un’opinione (anche se,  a quanto pare, da parte di alcuni amministratori è considerata una corrente di pensiero...).
Tradotto in numeri da...comuni mortali, vuol dire che per ogni euro “investito” sul territorio (in questo caso, sulla comunità delle imprese...) si spendono 1,65 € per costi di gestione! C’è indubbiamente qualcosa che non funziona. Come faccio a non pensare che il “business” vero si nasconde nei “costi di gestione”? E che lo “stimolo” all’economia e all’occupazione sia solo uno dei tanti strumenti, per spartirsi il “tesoretto”? In cosa consistono, nel dettaglio, i “costi di gestione”?
Le disposizioni europee (cioè, da parte di chi “tira fuori i soldi”) dicono che le spese di funzionamento e di gestione non possono superare il 12% dell’importo totale della spesa pubblica prevista e del piano approvato. Questo buol dire che le “spese di funzionamento e di gestione” in merito non possono essere superiori a € 18 milioni. Allora aggiorniamo il calcolo e la domanda: Che fine fanno (o hanno fatto) i rimanenti 75,3 milioni di euro ( € 93,3 milioni-€18 milioni)? E’ plausibile (eticamente, deolontologicamente, pragmaticamente, leggittimamente) che, per dare una boccata d’aria (di 900 euro) “una tantum” per 9 mesi a 7000 disoccupati, si possano spendere ben 75,3 milioni per: spese per la redazione di progetti, pagamento di consulenze, organizzazione di incontri, seminari, workshop e per la produzione e diffusione di materiali informativi, consulenze, studi, pianificazioni, assistenza tecnica, progettazione, elaborazione di rogrammi, animazione territoriale?
Il vero “business” dove sta? A chi viene dato realmente lo “stimolo” e “l’incentivazione”? Dove finisce il circolo vizioso di faccendieri affaccendati e comincia quello propagandistico? Con quale criterio si “selezioneranno” i 7000 disoccupati che usufruiranno della “magnanimità” regionale (a spese dell’Europa )? Anche leggendo alcuni approfondimenti sulla stampa locale (http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/catanzaro_lavoro_occupazione_bandi_regione_cinque_mila_posti_euro_investimenti_4455.html ) i conti non mi tornano.
Mi risparmio altre considerazioni, del tipo (vabbe’, una la dico...): ma se la crisi è di mercato – cioè, le imprese licenziano perché i loro impianti sono sottoutilizzati perché non si vende prodotto/servizio, quindi non fatturano abbastanza, ecc. -, un bando come quello esposto non è una contraddizione in termini? Non rischia di essere una sorta di “sussidio” ad personam mascherato?
Egregio Governatore Scopelliti, sarebbe un grande onore (oltre che motivo di vero orgoglio) essere smentiti da argomentazioni puntuali. Le obiezioni si pongono per avere risposte, non certo perché già si posseggono. Il bene della comunità calabrese passa attraverso un dignitoso recupero di normalità. Che è cosa diversa dalla...normalizzazione.

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