mercoledì 27 ottobre 2010

La Calabria non...Rifiuta!

Leggo con una certa apprensione un articolo apparso su “Il Quotidiano della Calabria” di oggi (http://ilquotidianodellacalabria.ilsole24ore.com/it/calabria/reggio_arrivano_calabria_rifiuti_napoli_campania_emergenza_scopelliti_trasporti_carichi_542.html ), che dice che i rifiuti di Napoli verranno smaltiti in Calabria. Anzi, che sarebbero già in viaggio. E questo nonostante il Governatore Scopelliti dichiari che ancora non ha firmato nulla, in proposito.
Tralascio ogni considerazione sulla genuflessoria politica del Governatore della Calabria (che sembra più sensibile a “sdebitarsi” con il suo Capo piuttosto che al benessere e alla tutela del cittadino e del territorio calabrese), per fare alcune riflessioni più inerenti a tema rifiuti.

Lo faccio, innanzitutto, riportando la sintesi di uno studio fatto da David Newman, direttore del CIC-Consorzio Italiano Compostatori: Con cinque impianti attivi o autorizzati a Reggio Calabria, Vibo Valentia, Lamezia Terme,  Marcellinara (Cz) e Tortora (Cs) la Regione (Calabria)  può vantarsi di una capacità autorizzata di oltre 400.000 t/anno. Occorre tuttavia chiarire che esistono soltanto le autorizzazioni per due degli impianti che sono ancora in fase di realizzazione (Tortora 200.000 ton/anno, di proprietà privata e Lamezia Terme per 120.000 ton/anno, di proprietà pubblica). Quindi la quantità effettivamente trattata è ancora molto bassa, circa 80.000 ton/anno, ma la prospettiva è in crescita.







Quindi la Regione Calabria, con le iniziative di imprenditori privati e con gli investimenti pubblici previsti, sta realizzando un formidabile parco impiantistico che supera abbondantemente la capacità autorizzata nelle altre Regioni meridionali: Campania 270.000 ton; Sicilia 245.500 ton; Sardegna 12.000 ton nel 2005; soltanto la Puglia è dotata di un parco impiantistico di simili dimensioni, 440.000 ton.

Quindi tutto bene? Non esattamente. Infatti secondo quanto stabilito nel Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Calabria, approvato con Ordinanza dell’Ufficio del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale n. 2065 del 30 ottobre 2002, l’organico da raccolta differenziata non può essere trattato negli impianti di proprietà privata nella Regione Calabria. Quindi gli impianti privati stanno trattando soprattutto rifiuti organici da raccolta differenziata provenienti da altre Regioni, e in particolare dai Comuni della Campania, mentre le raccolte differenziate dell’organico in Calabria vengono effettuate in pochissimi Comuni perché gli impianti pubblici hanno poca capacità di trattamento.
Inoltre vorrei precisare che l’obbiettivo della raccolta differenziata dell’organico è la produzione di compost di qualità; gli impianti pubblici attualmente operanti in Calabria non sono tecnologicamente in grado di trattare l’organico in modo differenziato e il compost prodotto non raggiunge i criteri di qualità richiesti dalla Legge e quindi è destinato alla discarica.

Ecco, forse è arrivato il momento per il legislatore Regionale di colmare questa lacuna normativa.  L’obbligo a raggiungere alti livelli di raccolta differenziata è ormai legge dal 1997, e senza incidere sulla frazione organica, come dimostrano le esperienze in tante altre regioni, non si riesce ad arrivare vicino al 35%. Con la Finanziaria del 2006 questo obbligo è stato portato a 40% e la modifica del D.Lgs. 152/06 lo porterà addirittura al 60%. Se la Calabria vuole, come immagino, rispettare le leggi ambientali nazionali, deve partire subito in modo capillare con la raccolta differenziata dell’organico per la produzione di compost di qualità. E siccome il parco impiantistico per il recupero di questa frazione esiste nel territorio regionale, è incomprensibile vietare a questi di ricevere gli stessi rifiuti dalla Calabria che quotidianamente ricevono da operatori pubblici in altre regioni.
I principi Europei che stabiliscono la gerarchia di scelte per la gestione dei rifiuti nonché il principio della prossimità vanno rispettati - il recupero e il riciclaggio dei rifiuti hanno assoluta priorità e le operazioni vanno effettuate nei luoghi vicini alla produzione dei rifiuti, per evitare inutili viaggi di camion su e giù per l’Italia con conseguente danno ambientale. La Calabria è in una posizione eccellente per fare un salto di qualità verso una vera sostenibilità della gestione dei rifiuti e per realizzare ciò sarebbe consigliabile consentire ai propri impianti privati di trattare i rifiuti selezionati dalla raccolta differenziata dell’organico in Calabra, producendo compost di qualità per il mercato agricolo . Queste le parole del dr. Newman.  


Ora, guardiamoci attorno e, soprattutto, guardiamoci in faccia. Va tutto bene? Le politiche (e, soprattutto, la loro declinazione operativa quotidiana, sul territorio ) di gestione dei rifiuti sono credibili? In che direzione stiamo andando? E, soprattutto, quale sarà la destinazione dei rifiuti che, a quanto pare ...all’insaputa del nostro Governatore, sarebbero già in viaggio per la Calabria? Con quale criterio si effettuerà la selezione e il trattamento dei rifiuti, per produrre compost, in una situazione di emergenza ...elettoral-propagandistica prima ancora che ambientale? Quanto si porterà direttamente in discarica – ...senza passare dal “Via”... – spostando, di fatto, la situazione “Terzigno” qualche centinaio di km a Sud? Quanto di tutto ciò verrà incenerito negli altiforni delle cementerie et similia, indiscriminatamente? Con quali effetti sulla salute e sull’ambiente?
Va bene che la storiella delle “mucche di Mussolini” appartiene di diritto alla sua parte politica, ma, sig. Governatore Scopelliti, non Le sembra che si sta un po’ esagerando? Se è vero che ciò accade a sua insaputa (ormai, in questo, esiste la cosiddetta “Scuola Savonese”...), perché non fa sentire forte e chiara la sua voce, a tutela della Calabria e dei Calabresi? O, forse, siccome si tratterebbe di impianti privati (e di “lavori” affidati in deroga, grazie all’emergenza... guarda un po’...), non può farci nulla, causa...libero mercato?

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