venerdì 22 ottobre 2010

"Io non ci sto!"

Il sarcasmo porterebbe a dire che la costa degli Dèi è talmente bella che, sempre di più  e sempre più spesso, ampi pezzi di montagna... muoiono dalla voglia di andarci a trascorrere qualche...era di vacanza... Oppure che anche il territorio più a monte è talmente maltrattato che prova – con i suoi tempi ed i suoi modi – a sfuggire..in massa... al degrado e allo scempio. Potremmo metterla così: la natura che, con il suo linguaggio più che mai terra-terra..., si ribella e con voce roboante dice: “Io non ci sto!”
  
Ma il sarcasmo finisce qua. Perchè una battuta può regalare un sorriso e aiutare a sdrammatizzare una situazione, ma non può servire da alibi per girare il capo dall’altra parte: ai cittadini come agli amministratori. Non si può continuare ad “usare” (e abusare) il territorio in maniera indiscriminata e, soprattutto, impunita. Ciò che spesso è una disgrazia per la popolazione, diventa un manna (un “business”, grande e/o piccolo) per gli speculatori (piccoli e grandi) e tutta la filiera, a monte e a valle. La politica dell’emergenza - così in voga negli ultimi tempi - non può essere accettata. Perché essa non porta ad altro che a preparare la successiva emergenza (vedi Napoli e i rifiuti piuttosto che l’alluvione a Vibo Marina nel 2006, per esempio). Siamo noi (tutti, nessuno escluso) i primi responsabili delle sorti del nostro territorio. Si dovrebbero dimettere tutti gli amministratori (comunali, provinciali, regionali), per manifesta incapacità! Per manifesta incapacità di portare questa nostra terra sulla strada della legittima normalità. Quella normalità che vuole, per esempio, che se una casa (piuttosto che un quartiere intero) è abusivo, si demolisce senza guardare in faccia nessuno e si ripristina il territorio (e l’ecosistema) com’era prima dello scempio.
Allo stesso tempo, noi cittadini (tutti, nessuno escluso) ci dovremmo ficcare bene in testa che la montagna che frana è l’effetto anche della carta gettata per strada. Perchè è frutto della mancanza di rispetto dell’ambiente che viviamo e che ci aiuta a vivere. E il rispetto non è un esercizio di stile o di filantropia. Il rispetto è alla base della dignità umana

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